Da Cuba a Milano: Dinamica del paesaggio

 

Mostra di Danis Montero Ortega
26 Settembre – 15 Ottobre 2018; Inaugurazione Mercoledì 26 Settembre ore 18.00
Spazio Artepassante Lotto 15  – Fabbrica del Vapore Via Procaccini 4 – Milano

MOSTRA PROROGATA FINO A LUNEDì 15 OTTOBRE, CON FINISSAGE ALLE ORE 17.00In occasione della chiusura della mostra, Artepassante organizza un incontro aperto al pubblico con Danis Montero Ortega. In compagnia del figlio Ascanio Cuba, l’artista ripercorrerà le tappe della sua carriera creativa nel contesto dell’arte plastica cubana dagli anni ’80 ad oggi, tra immagini e narrazioni evocative. È un invito al dialogo e alla curiosità, anche per chi voglia vedere da vicino le opere, esposte fino a lunedì 15 ottobre alle ore 20.

Dal 26 settembre al 13 ottobre 2018, gli spazi Artepassante della Fabbrica del Vapore ospiteranno “DINAMICA DEL PAESAGGIO”, personale di Danis Montero Ortega.

Danis Montero Ortega, pittore e storico dell’arte insegna presso l’Universidad de Oriente dal 1993 a Santiago de Cuba.
Membro del Circolo Culturale “Luis Díaz Oduardo” e dell’Unione Nazionale Scrittori e Artisti di Cuba (UNEAC), per cui svolge attività di relatore, giuria, decoratore d’interni, espositore e muralista. Dal 1982 Danis partecipa a concorsi, mostre ed eventi nazionali e internazionali, prendendo parte attivamente a progetti e ambientazioni di carattere sociale.
L’intensa attività creativa, che l’artista ha portato avanti per oltre tre decenni, affiancata da una sostenuta attività didattica, è stata oggetto di premi e menzioni speciali che lo collocano tra i più importanti esponenti del panorama artistico di Santiago de Cuba e della disciplina delle arti plastiche nazionale.
Espone in gallerie, e prestigiose istituzioni pubbliche e private tra Spagna, Francia, Italia, Colombia, Germania, Svezia, Stati Uniti, Giamaica, Portogallo, Austria, Porto Rico, Messico, Repubblica Dominicana e Israele.


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Lo sguardo si ferma allo stimolo più inaspettato del mondo che ci circonda, siamo sempre alla ricerca di appigli perché abbiamo imparato a imitare, o meglio, forse quella lezione l’abbiamo persa, lasciata nell’infanzia.
Lo sguardo richiede che gli diamo tutto: un ponte, un faro, un bouquet, perché non abbiamo sperimentato che un pennello rosso può essere un bouquet, una linea verticale la torre di luce e un rettangolo orizzontale il ponticello sul fiume che ci permette di attraversare la paura.
Stiamo aspettando che il mondo ci dia le sue figurazioni perché è molto più facile avere tutto già pronto; e mi chiedo, non sarebbe una grande opportunità per noi questa, di costruire il nostro mondo come fa chi scrive una pagina? Penso che sia di questo che si tratti.
Danis Montero ha atteso per molti anni e, questa volta, ci sorprende con masse di colore solide da cui emergono volumi che sono dibattuti nello spazio costruito; devi attraversare il labirinto delle forme, perderti in esse, osare. In quell’universo non c’è solo ciò che è alla portata dello sguardo, è necessario andare oltre. Queste opere emanano un’energia che ci trasforma, ci fa sentire diversi.
Sentire è un segreto. Di fronte a queste tele sperimentiamo una sorta di esorcismo, che ci manda in estasi. Dalle parole di Antonio Desquiron: “Il paesaggio è ciò che l’anima è capace di organizzare…” un barlume si accende.
È necessario contemplarle dalla più assoluta nudità, senza veli o legami, per cercare l’essenziale.
Dietro l’apparente rigidità battono anti-forme che invitano alla riflessione. Siamo di fronte a una gioia in cui questi ‘sentire’ espressi diventano autosufficienti e autonomi.
Di fronte a un’opera astratta non abbiamo segni di riferimento, siamo alla mercé dell’artista, ci offre la sua visione del mondo, ci coinvolge, ma allo stesso tempo ci dà la libertà di immaginare e sentire, perché lì tutto è possibile.
Il pittore sperimenta il trattamento di forme, luce e colore. Nel suo lavoro raggiunge la cinetica che dà loro una dinamica interna trasformata in immanente; spazi afflitti da monumenti di fabbrica, vaghe promesse di domesticità, macchine o città, diluiti tra velature di bianco. Le forme si muovono ma rimangono nei loro locali: l’intera classe di edifici, aggeggi e oggetti, dominati dal blu e dal rosso, offrono suggerimenti sottili tra l’entusiasmo della costruzione e il guizzo più intuitivo.
 
commento di Dr. C. Diana Maria Cruz, Storica dell’arte, insegnante Universidad de Oriente, Santiago de CubaINAUGURAZIONE:  mercoledì 26 settembre ore 18.00; al termine buffet.
Mostra ad accesso libero visitabile su appuntamento.
​Contatti: ascaniocuba@gmail.com