I am You

Mostra personale di Bios Vincent
a cura di Vincenzo Argentieri
Dal 6 al 30 ottobre 2020
Passante Ferroviario di Lancetti, Porta Garibaldi e Porta Venezia di Milano
Inaugurazione martedì 6 ottobre 2020 alle 18.30
presso spazioSERRA, Stazione Passante ferroviario di Lancetti, Milano

Per la prima volta dalla sua nascita, Le Belle Arti-Progetto Artepassante ha il piacere di presentare una mostra articolata, contemporaneamente, nei suoi tre spazi dedicati all’arte contemporanea.        
I am You, personale di Vincent Bios, vede l’esposizione delle opere dell’artista siciliano negli spazi delle stazioni del Passante Ferroviario di Lancetti, Porta Garibaldi e Porta Venezia. L’iniziativa nasce dalla volontà di riunire le opere di un unico artista e costruire una rassegna basata sulla sua ricerca.

Negli spazi di Artepassante, Bios Vincent inaugura martedì 6 ottobre 2020 le opere realizzate negli ultimi anni. In spazioSERRA, (stazione Lancetti), l’artista presenta Mujeres de Juarez, dedicata alle donne martirizzate di Ciudad Juarez in Messico; nelle vetrine di Porta Garibaldi (stazione P.ta Garibaldi) presenta un percorso che si articola attraverso un tragitto cosparso di volti, sguardi, mani e corpi a metà tra la sofferenza e la rinascita; nell’Atelier della Fotografia, (stazione Porta Venezia), presenta la serie di fotografie dedicata e intitolata a le Vergini Martiri.

I tre spazi espositivi di Artepassante sono raggiungibili tramite il Passante Ferroviario di Milano e visibili nelle ore di apertura delle stazioni. L’inaugurazione è martedì 6 ottobre presso la stazione di Lancetti, dove l’artista accoglierà il pubblico.

 La rassegna espositiva è stata organizzata in occasione della installazione di public art Will you still love me Tomorrow? di Bios Vincent, promossa dall’Associazione Culturale Verticalline, che verrà realizzata a metà ottobre a Milano. L’installazione prevede un cumulo di cuori di cemento trafitti da una freccia su cui vi è scritta una frase: donne di tutte le età e nazionalità sono invitate a visitare il sito www.iamyou.it e a donare il proprio messaggio. L’opera rappresenta il senso dell’amore, riporta i segni positivi e negativi lasciati su donne e uomini, la loro capacità di reagire, di unirsi e farsi forza per resistere e combattere, ma anche di gioire e ricordare.


Bios Vincent è un artista eclettico poiché lavora con diversi materiali, dal cemento al legno, e con diversi linguaggi, dalla performance alla fotografia. Nel corso della sua carriera ha esposto lavori i cui temi riguardano la condizione esistenziale della donna e il suo ruolo sociale. Le protagoniste delle sue opere provengono da immagini e icone legate sia alla sfera del sacro, come le Sante e la Vergine, sia alla cultura pop dell’arte contemporanea, come la Statua della Libertà. Per Bios Vincent è fondamentale una narrazione dedicata al sociale: la sofferenza che l’artista mette in scena è una sofferenza per cui cerca di trovare una catarsi. L’artista analizza tutte le sfere della condizione umana, dalla vita alla morte, e lo fa attraverso le rappresentazioni delle donne e non solo. Il suo intento è quello di dimostrare che la bellezza della vita viene confusa e offuscata dalla violenza e dalla brutalità, ma l’uomo può trovare salvezza.

 Bios Vincent nasce a Erice, Trapani, nel 1976. Nel 2004 si trasferisce a Milano e frequenta il Corso di Arte e Antropologia del Sacro all’Accademia di Brera. Nel 2005 si reca in Cina per due anni e lavora con la Galleria 798 di Pechino e la Galleria Lu Xun di Sen Yang. Nel 2012 affronta i temi dell’ecologia, con gli elefanti del progetto Specie Bandiera presso l’Università di Milano, e della violenza, con l’installazione ambientale Il muro ha un suono al Palazzo Reale di Palermo, muri contro cui la violenza inumana dei plotoni di esecuzione “giustiziava” i condannati a morte rendendo complici i soldati attraverso il gesto violento. Affronta, inoltre, il tema della pena di morte, con la serie delle Fucilazioni (Il Minore, Le Vergini) aprendosi alla riflessione sulla violenza sociale, psicologica, affettiva che caratterizza l’umanità dell’essere umano. Nel 2013 e 2014 continua su questi temi con il progetto itinerante Camerardente. Contro ogni pena di morte. Continua il suo confronto con la realtà sviluppando sinergie con l’Associazione Animatamente di Como che si occupa di disagio sociale realizzando la mostra Ma-Donne. Nel 2018 realizza il progetto Ecce Homo sul tema delle morti in mare dei migranti. Nel 2019, attraverso una collaborazione con le mamme della scuola del quartiere di Milano dove vive, realizza il progetto espositivo Amami e a Bergamo presso l’ex convento dei Celestini espone Ave in collaborazione con l’associazione Agathà onlus.

Negli spazi di Artepassante, Bios Vincent inaugura martedì 6 ottobre 2020 le opere realizzate negli ultimi anni. In spazioSERRA, (stazione Lancetti), l’artista presenta Mujeres de Juarez, dedicata alle donne martirizzate di Ciudad Juarez in Messico; nelle vetrine di Porta Garibaldi (stazione P.ta Garibaldi) presenta un percorso che si articola attraverso un tragitto cosparso di volti, sguardi, mani e corpi a metà tra la sofferenza e la rinascita; nell’Atelier della Fotografia, (stazione Porta Venezia), presenta la serie di fotografie dedicata e intitolata a le Vergini Martiri.

I tre spazi espositivi di Artepassante sono raggiungibili tramite il Passante Ferroviario di Milano e visibili nelle ore di apertura delle stazioni. L’inaugurazione è martedì 6 ottobre presso la stazione di Lancetti, dove l’artista accoglierà il pubblico.

 La rassegna espositiva è stata organizzata in occasione della installazione di public art Will you still love me Tomorrow? di Bios Vincent, promossa dall’Associazione Culturale Verticalline, che verrà realizzata a metà ottobre a Milano. L’installazione prevede un cumulo di cuori di cemento trafitti da una freccia su cui vi è scritta una frase: donne di tutte le età e nazionalità sono invitate a visitare il sito www.iamyou.it e a donare il proprio messaggio. L’opera rappresenta il senso dell’amore, riporta i segni positivi e negativi lasciati su donne e uomini, la loro capacità di reagire, di unirsi e farsi forza per resistere e combattere, ma anche di gioire e ricordare.

Bios Vincent è un artista eclettico poiché lavora con diversi materiali, dal cemento al legno, e con diversi linguaggi, dalla performance alla fotografia. Nel corso della sua carriera ha esposto lavori i cui temi riguardano la condizione esistenziale della donna e il suo ruolo sociale. Le protagoniste delle sue opere provengono da immagini e icone legate sia alla sfera del sacro, come le Sante e la Vergine, sia alla cultura pop dell’arte contemporanea, come la Statua della Libertà. Per Bios Vincent è fondamentale una narrazione dedicata al sociale: la sofferenza che l’artista mette in scena è una sofferenza per cui cerca di trovare una catarsi. L’artista analizza tutte le sfere della condizione umana, dalla vita alla morte, e lo fa attraverso le rappresentazioni delle donne e non solo. Il suo intento è quello di dimostrare che la bellezza della vita viene confusa e offuscata dalla violenza e dalla brutalità, ma l’uomo può trovare salvezza.

 

Bios Vincent  nasce ad Erice, Trapani, nel 1976. Nel 2004 si trasferisce a Milano e frequenta il Corso di Arte e Antropologia del Sacro all’Accademia di Brera. Nel 2005 si reca in Cina per due anni e lavora con la Galleria 798 di Pechino e la Galleria Lu Xun di Sen Yang. Nel 2012 affronta i temi dell’ecologia, con gli elefanti del progetto Specie Bandiera presso l’Università di Milano, e della violenza, con l’installazione ambientale Il muro ha un suono al Palazzo Reale di Palermo, muri contro cui la violenza inumana dei plotoni di esecuzione “giustiziava” i condannati a morte rendendo complici i soldati attraverso il gesto violento. Affronta, inoltre, il tema della pena di morte, con la serie delle Fucilazioni (Il Minore, Le Vergini) aprendosi alla riflessione sulla violenza sociale, psicologica, affettiva che caratterizza l’umanità dell’essere umano. Nel 2013 e 2014 continua su questi temi con il progetto itinerante Camerardente. Contro ogni pena di morte. Continua il suo confronto con la realtà sviluppando sinergie con l’Associazione Animatamente di Como che si occupa di disagio sociale realizzando la mostra Ma-Donne. Nel 2018 realizza il progetto Ecce Homo sul tema delle morti in mare dei migranti. Nel 2019, attraverso una collaborazione con le mamme della scuola del quartiere di Milano dove vive, realizza il progetto espositivo Amami e a Bergamo presso l’ex convento dei Celestini espone Ave in collaborazione con l’associazione Agathà onlus.