Voci di donna

È un mondo di violenza inumana, un mondo in cui la Donna subisce lo spossessamento della sua dignità da parte di un Maschio tiranno e prevaricatore che si accanisce sulle sue vittime che “non hanno voce”, o meglio, che non reagiscono È per loro, in loro nome, che Lei, la Poetessa, parla: parla per quelle che non parlano, parla con loro e ci parla di loro, invocando tutti a ribellarsi contro la mercificazione del corpo. In un mondo in cui il potere passa anche attraverso la sopraffazione di genere, in un mondo fondato da sempre su strutture gerarchiche e su una cultura individualistica in cui la donna è dipinta come oggetto senza capacità e diritto di reazione, chi scrive invoca una ferma presa di coscienza. E lo fa attraverso la poesia: una poesia che accoglie e interpreta la voce delle vittime, offrendo un contributo alla lotta per il loro riscatto; poesia che salva, che guarisce, poesia che è solidarietà, poesia che s'indigna ma poi si calma, lasciando spazio aperto alla speranza, al “tremolio”. È questo che fa Annitta Di Mineo: aggiunge la propria voce alle voci da lei "sentite", al coro della tragedia contemporanea, che vede la donna non forte come le eroine greche, ma ancora schiava, prostrata in ginocchio, debole, niente affatto “liberata” nonostante le tante battaglie per conquista della cosiddetta eguaglianza, così debole al punto da non poter quasi portare avanti nemmeno il suo compito di base, quello di procreare…